sorrisodicanddasettembre14 - Lions club Ostuni Host

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Giovedì 18 settembre 2014 nel castello Dentice di Frasso di Carovigno si è svolta la serata dal titolo“Il sorriso di Candida: quando la vita incrocia l’Alzheimer”, organizzata congiuntamente dai LionsClubs Ostuni Host e Ostuni New Century, in collaborazione con Associazione “Amici di Ostuni. AssociazioneAstera,CNR e Fondazione Dieta Mediterranea, con il patrocinio del Comune di Carovigno. L’incontro celebrativo della giornata mondiale sull’Alzheimer, è stato organizzato per testimoniare gli enormi problemi provocati da questa malattia esensibilizzare l’opinione pubblica, attraverso l‘incontro con le famiglie e il confronto con il mondo medico, con quello della ricerca e con le Istituzioni chiamati ad agire insieme per rispondere alle esigenze dei malati e delle famiglie. Il tradizionale tocco di campana eseguito “a due mani” dai Presidenti dei due Clubs Lions ostunesi, ha aperto la serata;  Giuseppe Cariulo (Presidente del New Century) ha salutato il folto pubblico (circa 150 spettatori) presentando i due moderatori della serata: Angelo Faggiano e Francesco Attanasio (Presidenti rispettivamente del Lions Ostuni Host e dell’ass. Astera).
Il programma prevedeva la proiezione del cortometraggio “Il sorriso di Candida”  che con linguaggio poetico affronta la tematica Alzheimer. Ospiti d’onore la sceneggiatrice Rita Bugliosi, giornalista del CNR e il regista del corto Angelo Caruso che hanno spiegato come l’impianto poetico del film in realtà filtra una storia vera ed autobiografica: la storia di Candida e del suo quotidiano; poi attraverso un’atmosfera quasi rarefatta, si focalizza l’attenzione sulla progressiva perdita della memoria della protagonista, lo sgretolarsi dei ricordi tipico di questa patologia. L’Alzheimer è infatti caratterizzato da una progressivadegenerazione delle cellule nervose, che compromette il funzionamento cognitivo, produce delle modifiche nella personalità e altera i comportamenti nelle normali attività quotidiane. La persona inizia a dimenticare prima gli avvenimenti recenti, poi anche i ricordi più stabilizzati, non ricordando per esempio il nome dei propri figli o familiari o non riconoscendo persone care. Il pensiero si deteriora e non si riconoscono più gli oggetti e le loro funzioni e, cosa ancora più grave, non si riesce ad apprendere.
Durante la serata si sono alternati illustri relatori che hanno affrontato a 360° la patologia alzheimeriana: il dr. Antonio Frascaro responsabile medico della locale Unità di Valutazione Alzheimer ha presentato la malattia, la propria esperienza sul territorio, le metodiche diagnostiche e le terapie. Ha incantato la platea  la dott.ssa Elvira de Leonibus, ricercatrice del CNR, che ha evidenziato quali siano i campanelli di allarme della malattia, presentando poi il sintomo principale: la perdita della memoria. Molto apprezzati anche gli interventi della dott.ssa Rubina Calella che parlato delle terapie innovative non farmacologiche (terapia occupazionale) e il dr. Agostino Grassi che ha evidenziato il ruolo della Dieta Mediterranea nell’invecchiamento. Il sindaco di Carovigno on. Cosimo Mele ha salutato relatori e platea testimoniando la vicinanza dell’Amministrazione al tema della serata ed evidenziano come la sinergia tra  mondo medico e della ricerca, associazioni di volontariato e istituzioni possano realmente creare una rete assistenziale intorno al malato di Alzheimer e ai suoi familiari per non lasciarli soli nel lungo e difficile cammino della malattia. Il sindaco ha altresì evidenziato come un evento di simile valenza scientifica, culturale e sociale sul territorio di Carovigno non si vedeva da tempo.
I lavori sono stati chiusi dal dr. Angelo Faggiano che ha  sottolineato il fatto che questa grave malattia non riguarda solo la persona, ma coinvolge anche la famiglia, che rappresenta il principale supporto al paziente.
I familiari che si fanno carico di un’assistenza quotidiana all’anziano malato si trovano a vivere una riorganizzazione, anche drastica, dell’assetto familiare e personale; cambiano rapporti e ruoli. Prendersi cura di un anziano affetto da Alzheimer significa predisporre una rete di servizi socio-sanitari che coinvolgano anche la famiglia, in modo da realizzare interventi integrati dal punto di vista sanitario, sociale e psicologico. Fondamentale è, infine, combattere quei falsi convincimenti che considerano la demenza un marchio, un qualcosa che faccia parte del normale invecchiamento e che non ci sia nulla da fare.


Angelo Faggiano Presidente Lions Clubs Ostuni Host

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